In Italia il conferimento dei rifiuti presso le discariche è circa il 43% del totale dei rifiuti solidi urbani e purtroppo è ancora in grave ritardo rispetto alle altre nazioni dell’Unione Europea
Questa percentuale così bassa è emersa da un rapporto del 2013 chiamato ‘L’Italia del riciclo’ e promosso da Fise Unire l’associazione di Confindustria per le aziende del recupero rifiuti e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
In alcune regioni l’uso della discarica senza differenziata raggiunge punte anche dell’’80%, a fronte di altri Paesi europei che hanno superato il ricorso allo smaltimento in discarica utilizzando in maniera quasi definitiva appunto la differenziata; e inutile dire che gli esempi di Austria e Germania sono come al solito da manuale si aggirano attorno al 65%, che appunto è l’obiettivo dell’Europa.
Nel nostro Paese , tra il 2000 e il 2010, la percentuale di rifiuti in discarica è scesa dal 67% al 43%: una media che mette assieme l’8% della Lombardia e il 93% della Sicilia.Tutto sommato ci si dichiara ottimisti sulla possibilità dell’Italia di raggiungere il sopracitato 65%. Come è possibile visti i numeri e le procedure d’infrazione aperte dalla Corte europea? “Gli episodi legati a procedure di infrazione non sono stati presi in considerazione in questa analisi”, risponde Almut Reichel, l’esperta Eea di rifiuti. “Inoltre i dati inseriti sono quelli forniti ufficialmente dai governi: non è stata fatta una distinzione tra quello che viene raccolto in maniera differenziata e quello che viene effettivamente riciclato. Quindi è molto difficile capire cosa stia effettivamente avvenendo dal punto di vista della capacità di riutilizzare i materiali raccolti. C’è un miglioramento complessivo, ma bisogna accelerare: soprattutto in alcuni paesi”.
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