Evoluzione dei PID

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Tiger-VOC-detector Kit

Dal 1970 a oggi, i detector a fotoionizzazione (PID) sono sempre stati in prima linea nella rilevazione di composti organici volatili. Con la sempre maggiore importanza acquistata dall’igiene industriale e con l’abbassamento dei limiti di esposizione ai VOC, la tecnologia PID ha continuato a svilupparsi, offrendo una rilevazione affidabile in condizioni ambientali problematiche, fino a concentrazioni di 10 ppb.

L’evoluzione dei PID comincia nel 1970, quando si iniziò a capire che il cloruro di vinile, il precursore del PVC, fosse responsabile di un’elevata incidenza di cancro al fegato negli operai che vi lavoravano a contatto, i limiti di esposizione fissati in 500 ppm furono drasticamente abbassati in risposta alla minaccia. Trovare un detector affidabile per i composti divenne un obiettivo primario.

Il processo per produrre cloruro di vinile inizia da un gas naturale (prevalentemente metano) o acetilene. Negli anni ’70 la tecnologia disponibile per rilevare e misurare il cloruro di vinile era il Century OVA 128, un FID (rilevatore a ionizzazione di fiamma) portatile che, però, reagiva anche ai gas naturali e all’acetilene, rendendo difficoltosa la rilevazione di cloruro di vinile ai bassi livelli imposti dai nuovi limiti. Era necessario un detector in grado di non subire le interferenze di idrocarburi leggeri.

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Century OVA 128

Più o meno nello stesso periodo, Jack Driscoll della HNU stava sviluppando un PID in continuo per la rilevazione di NO nell’ambiente. La chiave dello sviluppo di Driscoll fu la non risposta a metano e acetilene.

Un semplice test con una fonte di cloruro di vinile dimostrò la capacità dello strumento come detector di questo pericoloso composto, con una risposta al metano minima o totalmente assente. Il prototipo portatile fu prodotto e adottato quasi subito come standard per la rilevazione del cloruro di vinile. L’ HNU PI101 diventò la tecnologia imprescindibile nel processo BF Goodrich PVC utilizzato dalla maggior parte dei produttori. I limiti di esposizione crollarono a 1ppm, segnando la nascita di una nuova industria. Già nel 1974 la HNU spediva unità in tutto il mondo e il PID iniziò a sfidare il FID per la conquista del titolo di miglior detector per VOC. Un altro passo era stato mosso nell’evoluzione dei PID.

Fu immediatamente chiaro che il PID poteva rilevare molti altri VOC, quindi si sviluppò il concetto di fattori di risposta. La prima tavola periodica dei fattori di risposta del PID apparve presto sul manuale del PI101. I miglioramenti rispetto al PID precedente riguardavano l’uso di uno schermo di Teflon per minimizzare l’effetto fotoelettrico che portava a errori nelle rilevazioni, lo sviluppo di lampade di diversa energia e l’uso dell’isobutilene come gas di calibrazione universale. Successivamente, il microprocessore aggiunse ulteriore efficacia al PID, consentendo il data logging e le rilevazioni di TWA e STEL.

Fin dalla sua fondazione nel 1989, Ion Science ha guidato lo sviluppo della tecnologia e l’evoluzione dei PID ed ora offre all’industria il più ampio assortimento di prodotti e le soluzioni più efficaci. Recentemente Ion Science ha introdotto la tecnologia Fence Electrode, in grado di minimizzare l’impatto dell’umidità, e una tecnologia anti-contaminazione per garantire lunghe performance in ambienti e condizioni complessi. Questa tecnologia consente la rilevazione di VOC da livelli di ppb a 20,000 ppm in una singola unità. I PID Ion Science sono noti per offrire prestazioni senza rivali nel settore.

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